Intervista a Valentina Gensini
Sezione dedicata alla presentazione del Team Docenti e all’approfondimento delle tematiche del Master. Intervista a Valentina Gensini
L’analisi strategica è una fase fondamentale del processo di marketing perché include tutti gli elementi su cui si baseranno le decisioni strategiche. Essa viene generalmente divisa in interna ed esterna. Quali sono gli elementi che si analizzano internamente ad un’azienda e quali sono le particolarità del settore farmaceutico? Come possiamo raccoglierli in modo ordinato così da avere una base di riferimento da aggiornare col tempo e da cui far partire in parte le nostre decisioni? Scopriamolo.
Contenuto realizzato in collaborazione con Mio Pharma Blog
Schematicamente possiamo affermare che esistono tre aree interne su cui compiere un’analisi strategica: le attività dell’azienda, il portfolio prodotti e il singolo farmaco.
L’analisi interna di un’azienda può essere condotta in tanti modi, ma il modo più utile dal punto di vista strategico è sicuramente quello che considera le varie attività in funzione del loro contributo al raggiungimento dell’obiettivo, che è quello di creare valore e di portarlo al cliente. Un’attività è valutata positivamente se crea valore per il cliente. Da qui il concetto di Catena del Valore (Porter) dove il termine “catena” indica che le attività hanno una precisa sequenza di esecuzione e possono essere pensate come i vari anelli di una catena.
In una Catena del Valore generica, Michael Porter identifica cinque attività primarie e quattro attività di supporto. Le cinque attività primarie sono in ordine:
Le quattro attività di supporto sono:
Questa Catena del Valore generica può essere applicata ai vari settori industriali e nella figura seguente la decliniamo nel settore farmaceutico.
La raccolta dei capitali è la fase in cui l’azienda presenta un business plan agli investitori per chiedere risorse che finanzieranno la costosa Ricerca & Sviluppo. Ottenuta l’autorizzazione l’azienda produce e distribuisce il farmaco. La funzione Marketing è quella più vicina ai clienti prescrittori. Il Market Access è un “anello” a ponte tra la distribuzione e il marketing, perché è un’attività che assicura l’accesso al mercato e nello stesso tempo costruisce rapporti con importanti figure istituzionali.
Dovendo gestire un insieme di prodotti, emerge la necessità di uno strumento che ci consenta di avere una visione globale e che nello stesso tempo sia di misurazione. Per questo motivo, è nata la matrice BCG (Boston Consulting Group). La BCG è uno strumento di analisi strategica del portfolio prodotti, che riporta sull’asse orizzontale la quota di mercato relativa (RMS, Relative Market Share) e sull’asse verticale il tasso di crescita del mercato. La RMS fornisce una misura della forza dell’azienda nel mercato di riferimento, mentre il tasso di crescita del mercato fornisce una misura dell’attrattività del mercato stesso. Tutti i prodotti saranno posizionati all’interno di questa matrice.
All’interno della matrice BCG è possibile ricavare quattro quadranti, che hanno le seguenti caratteristiche:
Nell’esempio in figura vediamo che l’azienda ha una star, un cash cow, due question marks e un dog. La dimensione dei cerchi è proporzionale al fatturato. Una volta costruita questa matrice, l’azienda può prendere una delle seguenti decisioni a proposito di ogni prodotto:
La cessione di un dog nel mercato farmaceutico deve essere sempre ben ponderata. Molti farmaci, pur avendo una RMS bassa e facendo parte di un mercato poco attrattivo, riescono a garantire entrate ancora molto alte. Per questo motivo, nel farmaceutico i dogs possono essere molto vicini alle cash cows. Le ragioni di questa peculiarità sono da rinvenire nel comportamento prescrittivo dei medici molto conservatori, che prediligono farmaci molto conosciuti e con cui hanno molta esperienza.
La matrice BCG deve essere ripetuta periodicamente, in quanto la posizione dei cerchi (e la loro area proporzionale al fatturato) cambia nel corso degli anni. Una situazione che in passato si è verificata spesso è l’immissione in commercio di un farmaco all’interno di un mercato in rapida espansione. Il punto iniziale di questo farmaco è nel quadrante in alto a destra, quindi un question mark. A seguito degli investimenti sia in marketing che in R&S, il farmaco acquisisce quote di mercato e diventa una star. Quando il mercato non ha più quel tasso di crescita, magari a causa dei generici, allora il farmaco diventa un cash cow. Da qui può lasciare il mercato direttamente oppure passare per una fase dog.
L’analisi strategica condotta con lo strumento BCG rileva un buon portfolio se gran parte dei farmaci si trova in mercati attrattivi e se alcuni di essi possono essere “munti” per finanziare la crescita di stars o question marks.
Se l’azienda lancia un farmaco che crea un mercato completamente nuovo, ad esempio per una malattia che fino ad allora non era trattata, allora inizierà la sua vita come cash cow, visto che avrà una quota di mercato alta ma un mercato a crescita lenta, dato che è nelle prime fasi di vita. La crescita del mercato spingerà il cash cow a diventare una star e poi, a seconda della capacità di reggere la competizione contro i farmaci che le altre aziende lanceranno in quell’area, rimarrà una star o diventerà un question mark.
Dal punto di vista strategico l’aspetto più importante è relativo al posizionamento del farmaco… ma questa è un’altra puntata!
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